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La stabilità della scapola dipende dall’azione di un gruppo muscolare formato da: trapezio, dentato anteriore, elevatore della scapola e romboide maggiore. Ovviamente le cause che portano alla scapola alata sono legate a danno o lesioni a questi muscoli, ma vediamo in particolare come.
Cause scapola alata
Le scapole alate sono quasi sempre causate da danni ai nervi che controllano i muscoli accennati precedentemente:
- il nervo toracico controlla, il dentato anteriore
- il nervo scapolare dorsale, controlla i muscoli romboidi
- il nervo accessorio spinale, controlla il trapezio
Gli altri tipi di cause possono essere lesioni e interventi chirurgico che vanno comunque ad intaccare questi nervi.
La causa più frequente di scapola alata è il danno al dentato anteriore che nasce nella gabbia toracica e si inserisce all’apice della scapola, la sua funzionalità sta nel ruotare verso l’alto la parte inferiore della scapola durante il movimento del sollevamento del braccio. Una sua paralisi, quindi, determina una scapola alata mediale con rotazione interna.
Un altro muscolo fondamentale è il trapezio, esso è il muscolo responsabile della stabilizzazione della scapola e parte dalla colonna vertebrale per poi arrivare alla spina della scapola con l’obbiettivo di elevare, retrarre e ruotare la scapola. La paralisi del trapezio in genere avviene a causa di danni al nervo accessorio, e questo causa la caduta della scapola con conseguente sporgenza laterale.
Altre cause possono derivare da:
- abuso nell’utilizzo della spalla, della schiena e del collo
- reazioni allergiche
- malattie (influenza)
- usi di alcuni farmaci per la distrofia muscolare
- chirurgia vicino a spalle o costole
- trauma da forza contundente ai nervi
- lesioni atraumatiche
Sintomi scapola alata
La sintomatologia della scapola alata può dipendere dalla posizione del nervo o dal danno muscolare. In genere nei pazienti, questa condizione è abbastanza evidente visto che le scapole sporgono verso l’esterno, diciamo che i sintomi variano da persona a persona a seconda della causa e dei nervi coinvolti. Nella maggior parte dei soggetti la scapola alata causa:
- fastidio quando ci si siede o si indossa uno zaino
- rilassamento di una o entrambe le spalle
- stanchezza
- debolezza nei muscoli del collo, delle spalle e delle braccia
Diagnosi scapola alata
Per quanto riguarda la diagnosi, il medico da cui andrete visitarvi inizierà ponendo alcune domande sulla sintomatologia. Successivamente verrà effettuato un esame fisico durante il quale verranno verificati alcuni movimenti della spalla per analizzare l’ampiezza del movimento. Infine, se il medico sospetta danni ai nervi occorrerà effettuare una tecnica chiamata elettromiografia, la quale servirà a registrare l’attività elettrica prodotta dai muscoli scheletrici.
Trattamento della scapola alata
Per trattare la scapola alata, la prima soluzione è certamente la riabilitazione. Almeno che non ci siano danni ad un nervo, e in tal caso bisogna riparare il prima possibile il nervo lesionato con un intervento di neurochirurgia.
Il trattamento conservativo consiste nel rinforzare i muscoli indeboliti e seguire un programma di ginnastica posturale appositamente studiato, a seconda dell’età e della gravità del problema. Quindi, dopo essersi affidati ad un fisioterapista specializzato come noi abbiamo nelle nostre sette strutture, saranno fatti degli esercizi mirati al riequilibrio e al rafforzamento della muscolatura, soprattutto per il deltoide posteriore e il trapezio centrale. Il ciclo di ginnastica può durare da un mese fino ad un anno, le tempistiche variano a seconda dell’età del soggetto e dello stato della muscolatura dopo le prime sessioni. È utile ricordare che iniziare a correggere la postura non apporta benefici solo al fisico, ma dona un importante anche a livello mentale: il paziente si sentirà più sicuro di sé e più predisposto all’interazione sociale. In pratica come dissero i romani: “Mente sana in corporee sana”
Esercizi per la scapola alata
Alcuni esercizi, che ora riportiamo, possono aitare a ridurre il dolore. Tuttavia, alcuni di questi, se fatti male, potrebbero peggiorare la condizione. Quindi è molto importante prima di iniziare qualsiesi esercizio il consulto medico:
- Retrazione scapolare
Ciò implica tirare indietro le scapole mentre si è in posizione elevata. Tieni la retrazione per 10 secondi, riposa per altri 10 secondi e replica il ciclo dieci volte.
- Rotazione esterna
Da una posizione eretta, unire un elastico per esercizi a un oggetto stabile (come una porta).
Tieni l’elastico con una mano incrociata davanti al corpo. Il gomito di questo braccio dovrebbe avere un angolo di 90 gradi.
Mantenendo il gomito fermo, tirare l’elastico davanti al corpo e lateralmente. Ripeti per 12-15 volte.
- Fila orizzontale
Mentre ci si rilassa sulle ginocchia, fissare due cinturini davanti al corpo e a portata di mano. Tienili a distanza di un braccio.
Mantenendo la colonna dritta, tirare le fasce verso il corpo. Ripeti questo movimento 12–15 volte.
- Push-up
Per cominciare, la colonna dovrebbe essere distesa, le gambe dovrebbero essere estese e le mani dovrebbero essere piatte contro il pavimento, più lontane rispetto alla larghezza delle spalle.
Piega i gomiti e abbassa il corpo a terra. Quindi, pressare il corpo verso l’alto, riprendendo il punto di partenza. Comincia con alcune ripetizioni fino a 12-15.
- Ali d’angelo
Comincia in zona eretta, sentendo le mani sopra la testa. I gomiti devono essere flessi e rivolti verso l’esterno su ciascun lato.
Conservando la curva dei gomiti, abbassa le braccia, in modo che i gomiti puntino verso il pavimento, accostando insieme le scapole. Ripeti per 12-15 volte.
Prevenzione e recupero della scapola alata
Non è possibile prevenire la scapola alata, ma questi consigli possono aiutare a ridurre il rischio:
- buona postura
- evitare compiti che comportano movimenti ripetuti del braccio o della spalla
- rafforzare i muscoli della spalla, del collo e della schiena
- evitare di trasportare oggetti pesanti sulle spalle
- utilizzare sedie, cuscini e zaini ergonomici
I tempi di recupero, ovviamente variano da soggetto a soggetto. In genere variano in base a:
- gravità del danno
- se la persona subisce un intervento chirurgico
- quali nervi o muscoli sono danneggiati
Il trattamento fà la differenza. Parla dei sintomi con un medico il prima possibile.