Cos’è e come trattare un nervo accavallato
7 Ottobre 2021Spondilolistesi e spondilolisi
12 Ottobre 2021Scopriamo cos’è l’Epitrocleite e quale trattamento è più opportuno per guarire il fastidio del “gomito del tennista”
L’ epitrocleite o anche “gomito del tennista” è una delle patologie al gomito più comune. La sua caratteristica è che colpisce i tendini flessori, che con la loro contrazione permettono la flessione del polso delle dita e la deviazione ulnare. Nel caso della epitrocleite il più infiammato è il tendine muscolo flessore radiale del capo, e la causa di questa condizione è il sovraccarico del periostio a livello di origine del tendine. Quindi il gomito del tennista è una tendinopatia inserzionale, ovvero una condizione infiammatoria del tendine che si verifica nel punto di incontro tra i tendini dei muscoli epitrocleari e l’epitroclea dell’omero, questa condizione è molto frequente tra le persone che praticano sport in cui si utilizza una mazza ciò accade perché i muscoli epitrocleari sono quelli più utilizzati in questi sport.
La causa principale dell’epitrocleite è lo stress ripetuto o un uso eccessivo della muscolatura che permette i movimenti del polso, la caratteristica però è che nelle prime fasi della patologia è possibile riscontrare un’infiammazione peritendinea mentre nella seconda fase (in cui arriviamo se si continua a sovraccaricare il tendine) si verifica una degenerazione del tendine con o senza calcificazione. Sebbene l’uso ripetuto e eccessivo sia stato identificato come causa principale, anche un singolo evento traumatico come un colpo diretto può portare alla genesi dell’epitrocleite. Inoltre, è possibile individuare alcuni fattori di rischio che se prendti aumentano la possibilità di sviluppare il gomito del tennista:
- overuse (utilizzo eccessivo)
- lavori che comportano una presa ripetitiva o spostamento manuale ripetuto di almeno 20 kg
- presenza di altre tendinopatie
- età
- obesità
Da quali sintomi è caratterizzata l’epitrocleite e come si esegue la diagnosi:
Il sintomo principale è il dolore, in alcuni casi potrebbe verificarsi rossore e gonfiore nella parte interessata. I movimenti che risultano più dolorosi sono quelli in cui avviene la contrazione dei muscoli epitrocleari, quindi:
- flessione del polso
- flessione delle dita
- supinazione dell’avanbraccio
Nella maggior parte dei casi i sintomi tendono ad essere sottovalutati e portati avanti nel tempo. In alcuni casi possono svanire con un po’ di riposo magari utilizzando un tutore o qualche antinfiammatorio, ma in altri casi il dolore potrebbe acutizzarsi fino a diventare una condizione invalidante.
Per quanto riguarda la diagnosi, essa è prevalentemente clinica, tramite un esame fisico che comprende: ispezione, palpazione, valutazione del range di movimento e stabilità legamentosa; si può capire a che stadio sia la patologia. È fondamentale distinguere l’epitrocleite da altre condizioni, questo soprattutto per capire quale sia il trattamento da utilizzare più adatto, le patologie da escludere sono:
- instabilità legamentosa
- neurite ulnare
- epicondilite laterale
- osteocondrite dissecante
- artrite
- radiocolopatia cervicale
In alcuni casi vengono usati anche alcuni esami di imaging come:
- ecografia: viene usata per indagare sulla presenza di tendinosi e di alterazioni patologiche. Tuttavia, l’a accuratezza di quest’esame è fortemente dipendente dal’ operatore e può essere meno efficace se il medico non ha un adeguata preparazione
- radiografia: viene usata se il paziente accusa dolore a seguito di un trauma e non per un uso eccesivo; infatti, nella maggior parte dei casi la radiografia da risultati normali e mostra la presenza di calcificazione fino al 35% dei casi
- Risonanza magnetica: è molto importante per rilevare le alterazioni patologiche del tendine come, per esempio, la rottura e altre patologie. Questo tipo di esame serve per avere la “prova del nove” quando il quadro clinico non è chiaro
Trattamento Epitrocleite
Innanzitutto, occorre andare dal fisioterapista che valuterà attentamente il paziente in modo da scegliere il percorso riabilitativo più efficace e veloce, tra:
tecniche di terapia manuale: possono recuperare le restrizioni di movimento nel’ articolazione del gomito grazie ad alcune tecniche di trazione e decompressione dell’articolazione omero-ulnare
tecniche di mobilizzazioni fasciali: massaggi funzionali o massaggi trasversi in modo da poter riequilibrare le tensioni fasciali
mezzi fisici antalgici antinfiammatori: come il Laser YAG, la tecarterapia, l’ipertermia, gli ultrasuoni, le onde d’urto e le elettroterapie
esercizio terapeutico: servono per poter accelerare i tempi di guarigione e recuperare la giusta forza muscolare e la funzionalità del gomito.
Inoltre, un’altra soluzione potrebbe essere un tutore per l’epicondilite: si tratta di una fascia elastica in neoprene che al suo interno presenta una superficie dura, la quale deve essere applicata in corrispondenza del punto doloroso, quindi in prossimità dell’epitroclea. L’obbiettivo è quello di creare un leggera compressione ischemica nell’ area infiammata e contemporaneamente dare una stimolazione a livello neurologico. Nei casi non gravi e non in fase acuta, il tutore è molto utile poiché aiuta al paziente a controllare il dolore.
I migliori esercizi per l’epitrocleite
Gli esercizi rappresentano una delle fasi più importanti della riabilitazione, nella prima fase si eseguono esercizi di allungamento così da allungare i muscoli epitrocleari. Per farlo occorre flettere il gomito, aprire la mano, estendere il polso e deviare leggermente la mano verso il lato del pollice.
In genere bisogna mantenere la tensione per circa un minuto e poi aspettare 30 secondi prima di ripetere l’esercizio, comunque bisognerà sempre seguire i consigli del proprio fisioterapista. Come prima forma di recupero delle forze è utile far eseguire esercizi con una pallina da tennis: basta stringere ripetutamente la pallina con la mano così da attivare i muscoli della mano e dell’avanbraccio. Una volta fatto questo, bisogna passare al livello successivo che agisce in modo specifico sui muscoli epitrocleari, ovvero si esegue lo stesso esercizio di prima combinando la chiusura della mano alla flessione del polso e a una leggera deviazione ulnare.
Dopo di che, quando la condzione inizia a migliorare si effettuano esercizi di contrazioni eccentriche con delle leggere resistenze che vengo offerte dal fisioterapista con le proprie mani o tramite degli elastici. Infine, nella fase finale quando il dolore è praticamente scomparso si iniziano ad inserire resistenze maggiori come pesi ed elastici duri.
Come prevenire il gomito del tennista
Ovviamente è impossibile prevenire con certezza il rischio che si verifichi un‘ epitroclite però possiamo cercare alcuni accorgimenti che ci aiutano a mantenere i tendini epitrocleari in salute, soprattutto se si rientra in una di queste categorie:
- golfista/elettricista
- autista/camionista
- tutti coloro che effettuano ripetutamente azioni con i muscoli dell’avanbraccio
Per ridurre la probabilità di epitoclearite è importante effettuare azioni di scarico come gli esercizi di allungamento quando si finisce una determinata attività, eventualmente si possono anche effettuare dei massaggi con l’arnica per rilassare la parte affaticata. Se si effettuano sport come il golf o il tennis è importante almeno una volta l’anno fare una visita da un fisioterapista specializzato.