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Quali sono i sintomi della spalla congelata

Il trattamento per la spalla congelata è di tipo conservativo e ha come obbiettivi la riduzione del dolore, il recupero di tutta la gamma di movimento e della funzionalità della spalla.

Cos’è la spalla congelata

La spalla congelata, o meglio capsulite adesiva, è una condizione estremamente invalidante che colpisce tutta l’articolazione della spalla, generalmente nei soggetti adulti di mezza età. Le cause di tale patologia sono ancora sconosciute, ma sappiamo che è caratterizzata da un’infiammazione iniziale che successivamente diventa una fibrosi capsulare. I soggetti colpiti accusano un dolore alla spalla con limitazione del movimento che andando avanti col tempo porta alla perdita di tutta la funzionalità dell’articolazione. Ovviamente questo porta a non riuscire più a gestire le attività quotidiane, sportive e lavorative quindi bisogna iniziare subito il trattamento. In genere, la terapia è di tipo conservativa ma è possibile, qualora i sintomi non si dovessero alleviare, ricorrere ad un intervento chirurgico. In questo caso il recupero può essere molto lento e proprio per questo serve un grande impegno da parte del paziente e una terapia corretta.

Sintomi spalla congelata

I sintomi più comuni che permettono di riconoscere la spalla congelata sono:

  • Dolore diffuso o localizzato all’inserzione del deltoide. Il dolore è presente anche durante il riposo, durante i movimenti dell’arto e durante la notte, inoltre ha una scarsa risposta agli antiinfiammatori non steroidei. Infine, il dolore nei casi più gravi può arrivare ad irradiarsi fino al polso.
  • Rigidità graduale alla spalla
  • Perdita progressiva del movimento in tutte le direzioni e quindi limitazione in tutte le attività della vita quotidiana
  • Atrofia dei muscoli della spalla a causa dello scarso utilizzo dell’articolazione

È fondamentale sottolineare che vengono distinte fasi diverse con le quali si evolve la spalla congelata. La divisione si divide in tre fasi distinte:

  1. Fase di congelamento, dura di solito dai due ai nove mesi. Questa fase è incentrata nel forte dolore che prevale su tutta l’articolazione. Il paziente, quindi, riesce a svolgere le proprie attività anche se con qualche fastidio
  2. Fase congelata, dura di solito dai quattro ai dodici mesi. In questa fase prevale la limitazione del movimento sul dolore. Infatti, quest’ultimo si riduce ma allo stesso tempo i movimenti sono sempre più limitanti.
  3. Fase di scongelamento, dura dai cinque mesi ai due anni. Il dolore diminuisce gradualmente e il movimento viene pian piano recuperato. Si arriva ad una risoluzione spontanea della sintomatologia

Cause spalla congelata

Per quanto riguarda le cause, bisogna fare prima una distinzione poiché esistono due tipologie di spalla congelata, che si dividono in base alle cause:

  1. Primaria: la patologia insorge spontaneamente. In questi casi non viene identificata una causa sottostante o comunque la condizione viene ricondotta ad un evento minimo.
  2. Secondaria: la patologia insorge in seguito ad una causa specifica, e a sua volta si divide in:
  3. interinseca, causata da una calcificazione della spalla o da una lesione alla cuffia dei rotatori
  4. estrinseca, causata da condizioni non direttamente coinvolgenti la spalla, come frattura alla clavicola o frattura all’omero
  5. sistemica, causata da patologie come: diabete, ipertiroidismo, ipotiroidismo o altre condizioni del genere.

Le cause della spalla congelata, come detto in precedenza, non sono ancore del tutto chiari. Secondo recenti studi si pensa che questa patologia sia caratterizzata da due fenomeni: un’infiammazione, seguita da una fibrosi capsulare. Quello che conosciamo oggi è che queste fasi non hanno un fattore scatenante specifico e che il segno distintivo di tale patologia è la contrattura della capsula gleno-omerale,e questa condizione porta alla cosiddetta spalla congelata. Anche se le cause non sono chiare, è però possibile individuare alcuni fattori di rischio che possono aumentare la possibilità di sviluppare la patologia:

  • diabete
  • storia familiare positiva alla spalla congelata
  • disturbi legati alla tiroide
  • morbo di Dupuytren
  • immobilizzazione della spalla a seguito di un trauma
  • sesso femminile
  • ictus, morbo di Parkinson, chirurgia cardiaca e toracica

Trattamento naturale della spalla congelata

Il trattamento per la spalla congelata è di tipo conservativo e ha come obbiettivi la riduzione del dolore, il recupero di tutta la gamma di movimento e della funzionalità della spalla.

Iniziando con la terapia conservativa il primo passo è la fisioterapia con la quale inizialmente si cerca di prevenire un ulteriore limitazione del movimento per poi ristabilirlo successivamente. Quindi nella prima fase vengono utilizzate mobilizzazioni passive e stretching capsulare. Successivamente, grazie ad esercizi specifici, è possibile ottenere una riduzione del dolore e contemporaneamente aumentare il tono muscolare della scapola e della cuffia dei rotatori così da aumentare forza e resistenza. Il fisioterapista è determinante nella terapia conservativa in quanto dà informazioni dettagliate sulle caratteristiche della patologia, modi e tempi di recupero, e lo incoraggia nella continuità. Quindi, scegliere il fisioterapista non deve essere una scelta casuale ma bensì pensata e, soprattutto, il paziente deve partecipare attivamente e svolgere a casa tutti gli esercizi che gli verranno assegnati.

Un ulteriore aiuto può essere dato dalle infiltrazioni intra-articolari a base di cortisone ed anestetico, solitamente queste iniezioni combinate alla fisioterapia dovrebbero velocizzare il processo di guarigione. Ma come sappiamo sono anche molto dannosi per il corpo e potrebbero comportare altri disturbi; quindi, consigliamo questo “aiutino” solo nel caso di soggetti anziani o sportivi agonistici.

Nel caso, invece, in cui il trattamento conservativo non vada buon fine e la disabilità funzionale continua a persistere nonostante sia stato fatto un trattamento adeguato, allora si può decidere di intervenire chirurgicamente secondo due opzioni:

  1. manipolazione sotto anestesia, la quale anche se ha successo in molti casi è stata segnalata come causa di alcune complicazioni come: lesione del cercine glenoideo, frattura dell’omero e lesone della cuffia dei rotatori
  2. operazione chirurgica, che in questo caso consiste nel rilascio capsulare tramite artroscopia alla spalla, tale operazione viene presa in considerazione solo dopo che le misure conservative e la manipolazione sotto anestesia non hanno prodotto risultati positivi.

È chiaro che a seguito del trattamento chirurgico, il paziente dovrà seguire un percorso riabilitativo al fine di gestire il dolore. Quindi, in ogni caso, bisognerà affidarsi ad un fisioterapista, il quale dovrà rinforzare la muscolatura di tutto l’arto superiore così da permettere a tutta l’articolazione di recuperare il movimento. La scelta del fisioterapista in qualunque trattamento si scelga di fare è importantissima e fondamentale per il recupero; quindi, non scegliete a caso ma scegliete con intelligenza e senza abbandonare questo sito.

Esercizi spalla congelata

Gli esercizi che vi proponiamo sono legati a due fasi:

  1. mobilità passiva
  2. esercizi isometrici

Lo scopo è quello di fornire una guida di facile consultazione per tutti i pazienti che, in seguito ad un dolore di spalla o come conseguenza della spalla congelata, necessitano dell’esecuzione di esercizi specifici. La mobilità e la forza rappresentano due requisiti fondamentali per il recupero funzionale della spalla. Solo con una buona mobilità si può raggiungere uno sviluppo ottimale della forza; al tempo stesso il movimento completo è indice di minor dolore.

Gli esercizi che seguono sono suddivisi per gruppi, in relazione all’obiettivo da raggiungere.

  1. Esercizi di mobilita passiva:
    1. Il pendolo

Il braccio deve essere completamente rilassato.

Si devono compiere movimenti di oscillazione o di circonduzione lenti e di piccola ampiezza, favoriti dall’azione di un peso di 1-2 Kg, impugnato o fissato al polso.

Durata: 5 minuti

  • Elevazione anteriore

Distesi con le ginocchia flesse e i piedi in appoggio.

Con le mani incrociate e le braccia tese, aiutare il braccio operato, oppure interessato, nell’elevazione.

Giunti alla massima elevazione possibile, attendere 3/5 sec, e poi ritornare alla posizione di partenza con le mani al petto.

Durata: 10 volte

  • Elevazione anteriore sul piano scapolare

Distesi con le ginocchia flesse e i piedi in appoggio. Con le mani incrociate e le braccia tese, aiutare il braccio operato, o quello interessato, nell’elevazione.

Giunti alla massima elevazione possibile, attendere sec.3/5.

Ritornare alla posizione di partenza con le mani al petto.

Durata: 10 volte

  • Esercizi isometrici: permettono un allenamento della forza, senza spostamento del segmento interessato; si utilizzano nelle prime fasi in presenza di dolore o quando la mobilità è ancora ridotta.
    • Muscoli stabilizzatori
    • Seduti con le braccia tese lungo i fianchi, mani in appoggio al sostegno.

Imprimere una spinta contro il piano d’appoggio.

La spinta può essere lieve o intensa fino a giungere al sollevamento del corpo del piano d’appoggio. Mantenere la spinta per 3/5 sec.

Durata: 10 volte

Come dormire quando si ha la spalla congelata

Un problema da non sottovalutare è la qualità del riposo: prendere sonno con la spalla congelata sarà più difficile e se durante il sonno si compiessero movimenti involontari potrebbero esserci dolori improvvisi, che faranno svegliare il paziente. Inoltre, il dolore tende ad aumentare quando i muscoli sono a riposo.

Esistono però alcuni accorgimenti che si potrebbero adottare per limitare il dolore e il fastidio. Ora indichiamo tre posizioni che possono essere utili per riposare con il dolore della spalla congelata:

  1. dormire seduti: la posizione seduta, per esempio, su una poltrona può essere molto utile; soprattutto subito dopo l’infortunio
  2. dormire su un fianco: questa forse è la migliore posizione per dormire, ovviamente senza appoggiarsi sulla spalla infortunata. Un ulteriore aiuto in questa posizione può essere tenere un cuscino tra le gambe, così da mantenere una posizione equilibrata e rendere più complicati i movimenti involontari
  3. dormire supini: la posizione supina non è molto consigliata, anche se alcuni pazienti riescono a dormire in questa posizione con un cuscino sotto la spalla infortunata. In modo che la spalla congelata sia protetta da tensioni eccessive.

Una posizione da evitare assolutamente è quella prona (a pancia in giù), poiché le spalle sono spostate inevitabilmente in avanti e questo aumenta significativamente il disagio. Per i soggetti che abitualmente dormono in questa posizione dovrebbero provare a cambiarla.

Un ultimo consiglio che diamo è, come alleviare il dolore prima di dormire:

  • applicare ghiaccio sulla spalla per 15-30 minuti prima di prendere sonno
  • dopo 48-72 ore, il calore può avere un effetto rilassante sui tendini e quindi utilizzato per lenire l’infiammazione. Applicare, quindi, una borsa d’acqua sulla spalla ogni volta che si può

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