La spalla congelata, o meglio capsulite adesiva, è una condizione estremamente invalidante che colpisce tutta l’articolazione della spalla, generalmente nei soggetti adulti di mezza età. Le cause di tale patologia sono ancora sconosciute, ma sappiamo che è caratterizzata da un’infiammazione iniziale che successivamente diventa una fibrosi capsulare. I soggetti colpiti accusano un dolore alla spalla con limitazione del movimento che andando avanti col tempo porta alla perdita di tutta la funzionalità dell’articolazione. Ovviamente questo porta a non riuscire più a gestire le attività quotidiane, sportive e lavorative quindi bisogna iniziare subito il trattamento. In genere, la terapia è di tipo conservativa ma è possibile, qualora i sintomi non si dovessero alleviare, ricorrere ad un intervento chirurgico. In questo caso il recupero può essere molto lento e proprio per questo serve un grande impegno da parte del paziente e una terapia corretta.
I sintomi più comuni che permettono di riconoscere la spalla congelata sono:
È fondamentale sottolineare che vengono distinte fasi diverse con le quali si evolve la spalla congelata. La divisione si divide in tre fasi distinte:
Per quanto riguarda le cause, bisogna fare prima una distinzione poiché esistono due tipologie di spalla congelata, che si dividono in base alle cause:
Le cause della spalla congelata, come detto in precedenza, non sono ancore del tutto chiari. Secondo recenti studi si pensa che questa patologia sia caratterizzata da due fenomeni: un’infiammazione, seguita da una fibrosi capsulare. Quello che conosciamo oggi è che queste fasi non hanno un fattore scatenante specifico e che il segno distintivo di tale patologia è la contrattura della capsula gleno-omerale,e questa condizione porta alla cosiddetta spalla congelata. Anche se le cause non sono chiare, è però possibile individuare alcuni fattori di rischio che possono aumentare la possibilità di sviluppare la patologia:
Il trattamento per la spalla congelata è di tipo conservativo e ha come obbiettivi la riduzione del dolore, il recupero di tutta la gamma di movimento e della funzionalità della spalla.
Iniziando con la terapia conservativa il primo passo è la fisioterapia con la quale inizialmente si cerca di prevenire un ulteriore limitazione del movimento per poi ristabilirlo successivamente. Quindi nella prima fase vengono utilizzate mobilizzazioni passive e stretching capsulare. Successivamente, grazie ad esercizi specifici, è possibile ottenere una riduzione del dolore e contemporaneamente aumentare il tono muscolare della scapola e della cuffia dei rotatori così da aumentare forza e resistenza. Il fisioterapista è determinante nella terapia conservativa in quanto dà informazioni dettagliate sulle caratteristiche della patologia, modi e tempi di recupero, e lo incoraggia nella continuità. Quindi, scegliere il fisioterapista non deve essere una scelta casuale ma bensì pensata e, soprattutto, il paziente deve partecipare attivamente e svolgere a casa tutti gli esercizi che gli verranno assegnati.
Un ulteriore aiuto può essere dato dalle infiltrazioni intra-articolari a base di cortisone ed anestetico, solitamente queste iniezioni combinate alla fisioterapia dovrebbero velocizzare il processo di guarigione. Ma come sappiamo sono anche molto dannosi per il corpo e potrebbero comportare altri disturbi; quindi, consigliamo questo “aiutino” solo nel caso di soggetti anziani o sportivi agonistici.
Nel caso, invece, in cui il trattamento conservativo non vada buon fine e la disabilità funzionale continua a persistere nonostante sia stato fatto un trattamento adeguato, allora si può decidere di intervenire chirurgicamente secondo due opzioni:
È chiaro che a seguito del trattamento chirurgico, il paziente dovrà seguire un percorso riabilitativo al fine di gestire il dolore. Quindi, in ogni caso, bisognerà affidarsi ad un fisioterapista, il quale dovrà rinforzare la muscolatura di tutto l’arto superiore così da permettere a tutta l’articolazione di recuperare il movimento. La scelta del fisioterapista in qualunque trattamento si scelga di fare è importantissima e fondamentale per il recupero; quindi, non scegliete a caso ma scegliete con intelligenza e senza abbandonare questo sito.
Gli esercizi che vi proponiamo sono legati a due fasi:
Lo scopo è quello di fornire una guida di facile consultazione per tutti i pazienti che, in seguito ad un dolore di spalla o come conseguenza della spalla congelata, necessitano dell’esecuzione di esercizi specifici. La mobilità e la forza rappresentano due requisiti fondamentali per il recupero funzionale della spalla. Solo con una buona mobilità si può raggiungere uno sviluppo ottimale della forza; al tempo stesso il movimento completo è indice di minor dolore.
Gli esercizi che seguono sono suddivisi per gruppi, in relazione all’obiettivo da raggiungere.
Il braccio deve essere completamente rilassato.
Si devono compiere movimenti di oscillazione o di circonduzione lenti e di piccola ampiezza, favoriti dall’azione di un peso di 1-2 Kg, impugnato o fissato al polso.
Durata: 5 minuti
Distesi con le ginocchia flesse e i piedi in appoggio.
Con le mani incrociate e le braccia tese, aiutare il braccio operato, oppure interessato, nell’elevazione.
Giunti alla massima elevazione possibile, attendere 3/5 sec, e poi ritornare alla posizione di partenza con le mani al petto.
Durata: 10 volte
Distesi con le ginocchia flesse e i piedi in appoggio. Con le mani incrociate e le braccia tese, aiutare il braccio operato, o quello interessato, nell’elevazione.
Giunti alla massima elevazione possibile, attendere sec.3/5.
Ritornare alla posizione di partenza con le mani al petto.
Durata: 10 volte
Imprimere una spinta contro il piano d’appoggio.
La spinta può essere lieve o intensa fino a giungere al sollevamento del corpo del piano d’appoggio. Mantenere la spinta per 3/5 sec.
Durata: 10 volte
Un problema da non sottovalutare è la qualità del riposo: prendere sonno con la spalla congelata sarà più difficile e se durante il sonno si compiessero movimenti involontari potrebbero esserci dolori improvvisi, che faranno svegliare il paziente. Inoltre, il dolore tende ad aumentare quando i muscoli sono a riposo.
Esistono però alcuni accorgimenti che si potrebbero adottare per limitare il dolore e il fastidio. Ora indichiamo tre posizioni che possono essere utili per riposare con il dolore della spalla congelata:
Una posizione da evitare assolutamente è quella prona (a pancia in giù), poiché le spalle sono spostate inevitabilmente in avanti e questo aumenta significativamente il disagio. Per i soggetti che abitualmente dormono in questa posizione dovrebbero provare a cambiarla.
Un ultimo consiglio che diamo è, come alleviare il dolore prima di dormire:
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