Conflitto femoro-acetabolare
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30 Agosto 2021La coscia è la parte anatomica con più muscoli nell’uomo essa congiunge il bacino con la gamba, ed è il femore il responsabile del sostenimento di tale massa muscolare. Il femore è un osso formato da tibia e rotula nella parte inferiore e dall’osso iliaco (bacino) in quella superiore; precisamente la porzione superiore prende il nome di testa del femore e ha una forma simile ad una sfera. Quando la testa del femore è sana, allora vuol dire che è ricoperta di cartilagine, questo tipo di tessuto è fondamentale per ammortizzare i piccoli traumi a cui le ossa sono sottoposte durante le attività quotidiane.
Cos’è la necrosi della testa del femore
Quando si parla di necrosi si intende una condizione in cui le cellule all’ interno dell’organismo muoiono per motivi che non sono legati al normale ricambio cellulare. Quindi la necrosi della testa del femore è una disfunzione che si verifica nel momento in cui la circolazione sanguigna non riesce ad arrivare fino in superfice e quindi le cellule muoiono. Questa patologia non deve essere assolutamente trascurata poiché può portare a importanti alterazioni nelle articolazioni, cioè può essere causa scatenante di problemi come: non riuscire più a camminare, alzarsi o correre.
Le cause della necrosi della testa del femore
Esistono molteplici cause che determinano la necrosi della testa del femore, le più comuni sono:
- Carenza di irrorazione di sangue dovuta magari ad un trauma che ha alterato la circolazione. Per esempio: frattura del femore o dell’osso iliaco
- Coagulopatie, queste tipo di patologie possono essere autoimmuni o possono essere causate da abitudini sbagliate come: utilizzo di alcuni farmaci o consumo di alcool e droghe.
- Patologie metaboliche come la gotta o il diabete sono fattori determinanti per la necrosi della testa del femore
- La coxartrosi potrebbero essere sia una causa che una conseguenza di questa patologia. Consiste nel deterioramento delle cartilagini e può avere un impatto significativo sulla funzionalità articolare in tempi molto brevi.
- Sovrappeso
I sintomi della necrosi della testa del femore
Il primo sintomo che si manifesta nei casi di necrosi della testa del femore è il dolore. Inizialmente il dolore si percepisce in un punto particolare dell’anca e in seguito si diffonde verso i glutei e l’inguine fino a diventare insopportabile e causare:
- deformazioni articolari
- blocco dell’articolazione stessa
- limitazioni dei movimenti possibili
La diagnosi della necrosi della testa del femore
Diagnosticare la necrosi della testa del femore è molto importante per prevenire la chirurgia sostitutiva, infatti se trattata nella sua fase precoce è possibile evitare il ricorso alla chirurgia. Se non venisse trattata, la necrosi della testa del femore, porterebbe alla sostituzione parziale o totale dell’articolazione con una protesi d’anca. Per questo motivo è essenziale rivolgersi ad un ortopedico specializzato che abbia le doti necessarie per valutare tutte le opzioni terapeutiche. Questo perché lo specialista, deve capire a che stadio è la necrosi per elaborare un progetto di cura. La diagnosi di solito si effettua tramite una risonanza magnetica poiché le normali radiografie non sono in grado di evidenziare lo stadio di avanzamento della malattia.
La magnetoterapia
Prima di vedere come funziona la magnetoterapia bisogna tenere presente una caratteristica cellulare:
In tutte le cellule la membrana oltre ad avere una funzione protettiva funge anche da “batteria” per la cellula, questa energia potenziale è calcolabile in millivolt. Ad esempio, nelle cellule nervose il potenziale è di circa 90 millivolt, nelle cellule sane il potenziale è di 70 millivolt, una cellula malata ha un potenziale di 50 millivolt e quando la tensione scende sotto i 30 millivolt la cellula muore. Quando nelle cellule i millivolt diminuiscono il corpo ne risente provocando dolore, infiammazioni e ferite.
La missione della magnetoterapia è di cercare di ricaricare e rigenerare le cellule a cui manca l’energia necessaria per la loro vitalità. Esistono due tipi di magnetoterapia:
Magnetoterapia a bassa frequenza: fa uso di magneti che generano campi di bassa frequenza (100-200 Hz), questo tipo di frequenza favorisce la rigenerazione dei tessuti e il deposito del calcio, quindi è utile per rafforzare l’apparato scheletrico e accelerare i tempi di guarigione di una frattura ossea
Magetoterapia ad alta frequenza: fa uso di magneti che generano campi ad alta frequenza (200-900 Hz). Questo tipo di frequenza favorisce un effetto analgesico e antinfiammatorio, è quindi utilizzata in caso di dolore muscolare, artrite, tunnel carpale ecc.
La struttura meniscale presenta una grande profondità, per questo si ricorre alla magnetoterapia, perché essendo una porzione molto profonda i campi magnetici emessi dal dispositivo elettromedicale giungono in profondità fino al punto in cui si localizza il dolore. In casi di necrosi e di lesioni più o meno gravi servendosi di un meccanismo di ripolarizzazione delle membrane cellulari, la magnetoterapia, riesce a stimolare la rigenerazione tissutale.
Inoltre contribuisce alla neuroregolazione delle attività biochimiche e alla velocizzazione dei fenomeni riparatori grazie ad un’azione biorigenerante, antalgica e antinfiammatoria.